Premessa

Pubblico, hic et nunc, stralci di testo - quelli che reputo più salienti - tratti da un libro che acquistai un po' di tempo fa sulle crociate e su ciò che rese il terreno fertile a che avessero luogo (Gli eserciti di Dio, di Rodney Stark). Data la vulgata colpevolista piena zeppa di retorica giustificatoria di cui ci si riempie sin troppo spesso la bocca e che fa tanto politicamente corretto in riferimento alla sanguinaria avanzata a marce serrate nel mondo di buona parte dell'Islam, è d'obbligo che si squarci quel velo di colpevole silenzio con cui si vuol sempre elegantemente drappeggiar alcuni FATTI storici da cui s'è sempre voluto distoglier l'attenzione (viva i tabù!).

Noto con i soliti ticchio ed uzzolo che ha preso indefessamente piede la moda assai chic di citare passi tratti da libri prevalentemente de'l fior fior de la iuventute liceale. Ne ho anch'io uno di libro da consigliare, e forse forse un tantinello più interessante di quelli da adolescente in pieno sfogo ormonale ed infatuazione puberale, che dan tanto d'esser culturalmente impegnati e di cui vantarsi con alterigia e leziosaggine a tutta prova a Trivial Pursuit: Gli eserciti di Dio, le vere ragioni delle crociate, di Rodney Stark (dell'omonima dinastia del povero Ned). Così, giusto per aver una vaga idea di come l'ossessione moralizzante della sinistra d'alto borgo, a modo e che si crede tanto demodé ed anticonformista, abbia nel tempo rivestiti i musulmani d'una pacifica e messianica aura che tutto permeava in un pluralista e tollerante abbraccio fraterno (dai, volemose bene, ché siam tutti fratelli!), alimentando il luogo comune di quel mito artefatto che ritrarrebbe gli occidentali come sanguinari crociati (di crimini ne son stati commessi da tutti i popoli, in ogni epoca ed a prescindere dall'etnia d'appartenenza, ma ingigantirne taluni adornandoli di nere leggende per sottacerne altri, è da meschini in malafede). Ora, prestin audienzia, lorsignori, ché n'avrian ben donde...

 

 

 

Una panoramica generale

Dunque, iniziamo con una serie di virgolettati su ciò che avvenne prima delle crociate, ricordando dapprima un paio di chiose del profeta Maometto: "La mia nazione si dividerà in 72 fazioni, solo una sfuggirà all'inferno"; "Mi è stato ordinato di combattere tutti gli uomini fin quando non diranno 'Non c'è Dio se non Allah'".

Scorrendo già le righe del primo capitolo, s'apprende di come già dapprima delle crociate i musulmani non fossero proprio dediti al guanto di velluto:<<[...]E' vero che il Corano proibisce le conversioni forzate, ma questo si riduce a una forma di vuoto legalismo se pensiamo che molti dei popoli assoggettati erano "liberi di scegliere" di convertirsi in alternativa alla morte od alla schiavitù. Questo era appunto il tipo di scelta normalmente concesso alle popolazioni pagane, ma anche cristiani ed ebrei si trovarono spesso dinanzi alla medesima alternativa o, nel migliore dei casi, dinnanzi a scelte solo in parte meno drammatiche. In linea di principio, cristiani ed ebrei, che per i musulmani erano "Ahl al-kitab", ovvero "Genti del Libro", avrebbero dovuto godere di maggiore tolleranza religiosa e poter professare la loro fede. Questo, in realtà, era possibile soltanto sotto condizioni decisamente repressive, poiché la morte era comunque (e rimane) la sorte riservata a chiunque osasse fare proseliti in entrambe le fedi non musulmane, né era permesso erigere nuove chiese o sinagoghe. A cristiani ed ebrei era proibito pregare o leggere le Sacre Scritture a voce alta - neppure fra le mura domestiche, in chiesa o in sinagoga - per il timore che un musulmano potesse sentirli. Come ha sottolineato il grande studioso dell'islam Marshall G.S. Hodgson, fin da subito le autorità islamiche fecero di tutto per umiliare e punire gli ebrei ed i cristiani che rifiutavano di convertirsi all'islam, benché fosse loro riconosciuto lo status di "Ahl al-dhimmah", cioè di popolo non musulmano che godeva di protezione anche all'interno d'uno Stato soggetto alla legge islamica. Secondo la politica ufficiale, ogni dhimmi doveva "sentirsi un essere inferiore e [...] stare al proprio posto [imponendo leggi in base alle quali] cristiani ed ebrei non dovevano andare a cavallo, per esempio, o tutt'al più a dorso di mulo, oppure erano obbligati a portare sugli abiti un marchio che ne denunciasse la loro fede ogniqualvolta venivano a trovarsi in presenza di musulmani". In determinati luoghi era fatto divieto ai non musulmani di indossare abiti simili a quelli dei veri "credenti" e di portare armi. Rispetto ai musulmani, inoltre, gli infedeli eran immancabilmente oberati da forme di tassazione ben più gravose. Se questa era la situazione "normale" in cui si trovavano gli ebrei e i cristiani sudditi di uno stato islamico, spesso le condizioni potevano essere di gran lunga peggiori. Nel 705, durante l'invasione dell'Armenia, i musulmani rinchiusero tutti i nobili cristiani in una chiesa e appiccarono il fuoco. Molti episodi simili si aggiunsero ai massacri indiscriminati di cristiani a cui abbiamo accennato in precedenza. Quanto agli ebrei, il loro primo massacro era avvenuto a Medina, allorché Maometto aveva fatto decapitare tutti i maschi adulti della comunità ebraica (circa 700) dopo averli costretti a scavarsi la fossa. Col passare del tempo, purtroppo, le carneficine di ebrei e cristiani divennero sempre più frequenti. Nel corso dell'XI secolo, per esempio, vi furono numerose uccisioni in massa di ebrei: più di 6000 morti in Marocco nel 1023-1033 ed almeno altrettanti durante due esplosioni di violenza a Granada. Nel 1570, gl'invasori musulmani uccisero a Cipro decine di migliaia di abitanti di fede cristiana. Con questo non intendiamo dire che i musulmani furono più brutali o meno tolleranti di quanto lo fossero i cristiani e gli ebrei, poiché era l'epoca stessa ad esser segnata dalla crudeltà e dall'intolleranza. Ciò che intendiamo dire è che i tentativi di ritrarre i musulmani come illuminati fautori del pluralismo culturale denunciano nel migliore dei casi solo una crassa ignoranza dei fatti.>>

 "Nel 570, alla nascita di Maometto, il cristianesimo si estendeva dal Medio Oriente fino al Nord Africa e abbracciava buona parte dell'Europa. A soli 8 anni di distanza dalla morte del Profeta, avvenuta nel 632, un nuovo impero islamico aveva tuttavia soppiantato il potere cristiano nella maggior parte della regione mediorientale, nell'intero Nord Africa, a Cipro ed in buona parte della Spagna. Un secolo dopo, cadevan sotto il dominio musulmano anche la Sicilia, la Sardegna, la Corsica, Creta e l'Italia meridionale"

 "Carl Heinrich Becker (1876 - 1933) ha sostenuto per esempio che 'l'esplosiva irruzione degli arabi oltre i confini della loro penisola d'origine fu [...] interamente determinata da necessità di ordine economico'"

 "Come ha ricapitolato Hugh Kennedy, i musulmani 'combattevano per la loro religione, per la prospettiva di un ricco bottino e perché vedevano andare il guerra amici e uomini appartenenti alla loro stessa tribù'"

 

 

L'islam sul piede di guerra

1) Siria

 "La prima regione ad esser conquistata fu la Siria, a quel tempo provincia dell'impero Bizantino (Impero Romano d'Oriente). Essa offriva più d'un'attrattiva: non solo era un paese vicino, ma rappresentava anche il territorio straniero più conosciuto e familiare. I mercanti arabi avevano sempre intrattenuto regolari rapporti con quelli siriaci, alcuni dei quali si recavano puntalmentente alle grandi fiere che da generazioni si tenevan a La Mecca. La Siria, inoltre, era una regione assai più fertile dell'Arabia e possedeva città più vaste e grandiose, tra cui Damasco [...] Dopo secoli di dominio bizantino, la regione era caduta in mano persiana verso il 611, per essere però riconquistata da Bisanzio attorno al 630 (due anni prima della porte di Maometto)"

 "Allorché Bisanzio riassunse il pieno controllo della Siria, tuttavia, l'imperato Eraclio I, oppresso dai debiti, si rifiutò di ripristinare il pagamento dei sussidi concessi alle tribù arabe prossime ai confini, alienandosi in tal modo il loro appoggio"

 "Le prime truppe islamiche entrarono in territorio siriaco nel 633 ed occuparono alcune regioni nel Sud senza sostenere scontri di rilievo con le forze di Bisanzio. Durante la seconda fase dell'invasione, iniziata l'anno seguente, i musulmani, pur incontrando maggiore resistenza, vinsero una serie di battaglie e nel 635 riuscirono ad impadronirsi di Damasco e di altre città. La presa della capitale preparò il terreno per l'epica battaglia del fiume Yarmuk, avvenuto nell'agosto del 636 e durata ben sei giorni [...] Ben presto, quanto rimaneva dell'esercito bizantino sconfitto abbandonò la Siria e, poco dopo, il califfo fece di Damasco la capitale dell'impero islamico in espansione (il termine khalifah significa successore e, come titolo, indica il successore di Maometto)"

 

 

2) Persia

 "Nel contempo, altre forze arabe avevano marciato verso la regione della Mesopotamia soggetta al dominio persiano e corrispondente all'attuale Iraq. Come già successo per i bizantini, anche i sasanidi possedevano truppe arabe poco affidabili ed in più di uno scontro decisivo interi reparti della cavalleria persiana, composta esclusivamente da mercenari arabi, s'erano schierati a fianco dell'invasore, finché nel 636 i persiani subirono una pesante sconfitta nella battaglia di al-Qadisyyah"

 "[...] le forze musulmane conquistarono anche la capitale Ctesifonte, occupando così l'intera regione corrispondente all'odierno Iraq e riducendo il regno sasanide al territorio oggi conosciuto come Iran. Ben presto, nonostante l'accanita resistenza opposta agli invasori arabi, anche quest'ultima porzione della Persia cadde sotto il dominio islamico, anche se per tutto il secolo successivo si susseguirono ribellioni contro il nuovo potere. Allorché la Persia fu sufficientemente pacificata, il califfo al-Mansur trasferì la capitale dell'impero islamico da Damasco ad una nuova città costruita sul fiume Tigri, a cui venne dato il nome ufficiale di Madinat al-Salam (la città della pace) ma che fu da tutti chiamata Baghdad (dono di Dio). Dopo l'invasione della Persia, le forze musulmane si diressero verso nord alla conquista dell'Armenia e verso est, riuscendo infine ad occupare la valle dell'Indo (l'odierno Pakistan), da cui dilagarono poi nel corso dei secoli fino in India."

 

 

3) La cosiddetta Terra Santa

 "Dopo la completa disfatta dei greci nella battaglia dello Yarmuk, a difendere la Palestina, allora parte integrante della provincia bizantina della Siria, rimasero soltanto le forze locali. A quell'epoca, benché amministrata da greci di religione cristiana, la Palestina era abitata per lo più da ebrei [...] Le truppe musulmane entrarono in Palestina nel 636 e due anni più tardi, dopo un lungo assedio, Gerusalemme si arrese al califfo Umar, che fece il suo ingresso nella città cavalcando uno splendido destriero e conducendo dietro di sé un cammello. Umar, attenendosi alla politica imposta per secoli dai governatori di Bisanzio, concesse ai cristiani ortodossi di continuare ad abitare a Gerusalemme, vietandolo invece a tutti gli ebrei. Il divieto imposto alla popolazione ebraica cadde tuttavia alcuni anni dopo."

 

 

4) Egitto

 "In quanto provincia di Bisanzio, anche al sicurezza dell'Egitto finì per essere minata dalle sconfitte subite dalle forze greche nelle regioni nord-orientali dell'impero. Nel 639 il califfo Umar inviò nella zona del delta del Nilo un piccolo contingente di 4 mila uomini che indusse le difese bizantine a ritirarsi nelle città fortificate, dove si sentivano relativamente al sicuro dall'aggressione di un esercito di invasori di dimensioni così modeste. Nel 640 giunsero tuttavia altri 12 mila uomini e i due contingenti islamici stabilirono il loro quartier generale ad Eliopoli. Dopo essersi lasciati sfuggire l'occasione di attaccare le forze musulmane quando erano ancora separate, i generali bizantini decisero di uscire allo scoperto e passare all'attacco. Durante la notte, tuttavia, il comandante arabo era riuscito a nascondere su entrambi i lati del campo di battaglia due distaccamenti delle sue truppe, che, non appena le forze greche si trovarono impegnate a fronteggiare il grosso dell'esercito arabo, emersero dal loro nascondiglio portando scompiglio tra le file dei bizantini, moltissimi dei quali vennero abbattuti e trucidati dai musulmani esultanti. Successivamente, con l'intento di indurre altre guarnigioni della difesa bizantina a lasciare le fortificazioni e accettare lo scontro aperto, gli arabi sferrarono l'attacco contro la città di Nikiou, priva di difese, e ne massacrarono la popolazione, cosa che fecero anche in molti villaggi circostanti."

 "Ebbe allora inizio quello che avrebbe potuto rivelarsi un assedio senza speranza, dato che Alessandria era un porto e le navi di Bisanzio, che mantenevano il pieno controllo dei mari, potevano facilmente rifornire la città di vettovaglie e rinforzi per tutto il tempo necessario. Alessandria, a quel tempo la seconda città per importanza del mondo cristiano, era circondata da torri e mura massicce, contro le quali le armi degli arabi risultavano completamente inefficaci. Alessandria avrebbe potuto resistere per anni'. Nel 641, invece, per ragioni che rimarranno per sempre ignote, Ciro di Alessandria, il nuovo governatore dell'Egitto, testé arrivato via mare da Costantinopoli, uscì dalle mure per incontrare il comandante musualmano e firmare la resa della città e dell'intero Egitto."

 "[...]i musulmani fecero irruzione nella città, massacrandone gli abitanti e abbandonandosi a saccheggi ed incendi. Quando già la città era stata per metà distrutta, Amr ibn al-Aasi diede ordine di cessare la strage"

 "Nel 649 la nuova flotta era già in grado di sostenere l'invasione di Cipro, a cui seguì di lì a poco la devastazione della Sicilia e di Rodi. Ormai un grande impero dominava su gran parte del Medio oriente ed era pronto a proseguire la sua espansione lungo la costa nord-africana. Fu proprio allora, tuttavia, che la conquista musulmana subì una battuta d'arresto, a causa di una violenta guerra civile esplosa all'interno del mondo islamico e che sarebbe durata anni. Al centro del conflitto vi era la contesa su chi fosse il vero successore del Profeta e che contrapponeva Alì, cugino e genero di Maometto, a Mu'awiyahm, cugino del califfo Uthman, assassinato. Dopo scontri cruenti, anche Alì venne ucciso e Mu'awiyah divenne califfo, con il risultato che il mondo islamico rimase per sempre diviso tra sunniti e sciiti (sostenitori di Alì). Le armate musulmane ripresero la loro avanzata lungo le coste del Nord Africa soltanto nel 670."

 

 

5) Nord Africa

 "Come la Sira e l'Egitto, anche la costa settentrionale dell'Africa era sotto il dominio bizantino. Poiché tutte le grandi città erano porti ben difesi dalle guarnigioni greche, i comandanti dell'esercito dell'esercito arabo condussero le truppe verso ovest seguendo le piste del deserto, stabilirono la loro base nell'entroterra e costruirono una grande moschea in quella che sarebbe divenuta la città di Kairouan, oggi considerata la terza città santa dell'islam dopo La Mecca e Medina. Dalla loro base nel Maghreb, come veniva chiamato dagli arabi il Nord Africa, le forze islamiche si scontrarono dapprima con i berberi del deserto, molti dei quali si erano convertiti da lungo tempo al giudaismo. Nonostante l'accanita resistenza, soprattutto da parte delle tribù delle montagne dell'Atlante, guidate da una donna ebrea dotata di grande carisma e chiamata dagl'arabi al-Kahinat, ovvero la Veggente, i musulmani alla fine ebbero la meglio e riuscirono in seguito a rendere i berberi loro alleati. Nel frattempo, un nuovo esercito musulmano, che contava forse 40 mila uomini, si lanciò contro le città costiere, occupando Cartagine nel 698. Com'era avvenuto ad Alessandria, tuttavia, i greci riuscirono a sbarcare le loro truppe nel porto della città ed a riconquistarla. Per tutta risposta, i musulmani organizzarono una flotta e un secondo esercito, formato per buona parte da guerrieri berberi, e nel 705 Cartagine 'fu rasa al suolo e la maggior parte degli abitanti venne uccisa'. La presenza di un'autentica flotta da guerra musulmana segnò il destino di tutte le altre città costiere un tempo appartenenti all'impero di Bisanzio."

 

 

6) Spagna

 "Nel 711, un'armata che contava tra i 7 ed i 10 mila uomini salpò dal Marocco e attraversò il punto più stretto del Mediterraneo occidentale, sbarcando sulle coste della Spagna ai piedi di una montagna a picco sul mare che in seguito venne chiamata Jabal Tariq, cioè Rocca di Tariq (Gibilterra), dal nome del comandante berbero Tariq ibn Ziyad. Lo sbarco delle forze islamiche colse tutti di sorpresa. Roderico, re della Spagna visigota, si affrettò ad organizzare un esercito ed a marciare verso sud dalla sua capitale Toledo. Nella battaglia del Guadalete gli spagnoli furono sgominati e lo stesso re Roderico annegò mentre tentava di sottrarsi al massacro. [...] Seguirono altri sette anni di guerre con cui i musulmani sottomisero il resto della regione da essi chiamata Al-Andalus, fatta eccezione per il piccolo territorio del Nord di cui i cristiani non furono mai spodestati. Di questa lunga campagna militare per conquistare la Spagna si sa poco o nulla, tranne il fatto che la popolazione indigena, ostile al governo brutale e corrotto dei visigoti, non oppose praticamente resistenza agli invasori arabi, definendoli mori, cioè gente proveniente dal Marocco. Subito dopo aver stabilito la loro capitale nella città di Cordoba, i musulmani edificarono una grande moschea sul sito su cui sorgeva una precedente cattedrale cristiana. Inizialmente, il territorio di Al-Andalus fu una provincia del califfato, per divenire poi nel 756 un emirato indipendente"

 

 

7) Sicilia ed Italia meridionale

 "Il primo tentativo islamico d'invadere la Sicilia fallì nel 652, come pure gli attacchi lanciati nel 667 e nel 720. Altri tentativi furono successivamente rinviati a causa della guerra civile esplosa nel Nord Africa tra arabi e berberi. Le forze musulmane tornarono nell'827, sbarcando sull'isola un esercito di 10mila uomini. I generali bizantini opposero una strenua resistenza, tanto che occorsero più di 70 anni prima che gli arabi riuscissero nella loro impresa, e comunque dopo 'innumerevoli scontro e innumerevoli massacri'. Anche se Palermo cadde già nell'831, Siracusa resistette fino all'878, mentre Taormina, ultimo baluardo di Bisanzio, fu conquistata soltanto nel 902. Dalla loro roccaforte siciliana, le truppe islamiche passarono nell'Italia meridionale e nell'840 conquistarono Taranto e Bari, rasero al suolo Capua ed occuparono Benevento. Roma fu saccheggiata una prima volta nell'843 e nuovamentre tre anni dopo, quando tutte le sue famose chiese furono depredate ed il papa stesso fu costretto a versare ai musulmani un ingente tributo. Nel corso della ritirata a sud, i comandanti dell'esercito arabo divisero l'Italia meridionale in territori destinati a diventare emirati indipendenti. L'occupazione della Sicilia e dell'Italia del Sud durò oltre due secoli."

 

 

8) Le grandi isole

 "Poco è stato scritto sulal conquista araba drelle maggiori isole del Mediterraneo, considerate forse dagli storici non così rilevanti. In realtà, l'occupazione di isole come Creta o la Sardegna rivestiva un'enorme importanza strategica per la flotta musulmana. La caduta di Cipro (653), Rodi (672), Sardegna (809), Majorca (818), Creta (824) e Malta (835) rappresentò una perdita significativa per l'Occidente."

 

 

 

Conclusioni

 

 "Come ha spiegato lo storico britannico Derek Lomax (1933-1992), i pontefici, come la maggior parte dei cristiani, erano convinti che la guerra contro i musulmani fosse giustificata in parte perché questi ultimi avevano proditoriamente occupato con la forza terre che un tempo appartenevano alla cristianità e in parte perché oltraggiavano i cristiani soggetti al loro dominio, razziavano le regioni cristiane riducendo in schiavitù la popolazione e si abbandonavano al saccheggio esaltati dal puro desiderio di distruzione."

 Tutti i virgolettati son tratti dal primo capitolo de Gli Eserciti di Dio, scritto da Rodney Stark, sociologo della religione e docente di scienze sociali presso la texana Baylor University.

  E come colpo di coda, giusto per stimolar oltremodo la scintilla dell'irritabilità dei viandanti filo-islamici, riporto un altro virgolettato: uno stralcio dell'intervista a Hamed Abdel Samad , scrittore e politologo egiziano sotto scorta: "Qual era il sogno di Hassan al-Banna quando, nel 1928, fondò i Fratelli musulmani?
«Lo stesso di Mussolini. Del Duce ammirava lo stile. Nel suo saggio “Il Signor Mussolini spiega un principio dell’Islam” scrisse però che il militarismo non è un’invenzione del Duce, ma del Profeta».

Quindi la “guerra santa” è implicita nella vita e versi del Profeta?
«Esattamente. E il programma di al-Banna è rifondare il Califfato riconducendo la comunità islamica alle glorie passate. Un’utopia sposata dallo Stato islamico».

Quel programma vale ancora oggi?
«L’utopia di Mohamed Morsi, ex presidente egiziano, è la stessa dei fondatori del movimento come al-Banna o Sayyed Qutb. Identica la scelta del terrorismo: al-Banna organizzò milizie che indossavano camicie brune, come le “SA”di Hitler».

Nel paragone non teme di relativizzare gli orrori del nazismo?
«Confronto le utopie, operazione necessaria per capire i milioni di morti delle guerre tra sunniti e sciiti o i 42mila attentati degli ultimi 15 anni».

Storicamente, quali furono i rapporti tra Fratelli musulmani e nazismo?
«Il movimento di Al-Banna si fece megafono, insieme a Amin al Husseini, il Muftì di Gerusalemme, della propaganda antisemita. Si arrivò alla formazione di battaglioni islamici nelle Waffen SS, con il teschio sul Fez e la scimitarra islamica sul colletto. Una delle più tristi verità è che “Mein Kampf”di Hitler e “I Protocolli dei savi di Sion” (il falso di propaganda antisemita, ndr) sono stati dei best-seller nel mondo arabo»." 

Per finire, un breve riassunto sulle origini dello scisma fra sciiti e sunniti ed un particolareggiato articolo di Giulio Meotti sui crociati: Sunniti e Sciiti, la vera storia, Gli ultimi crociati.

 

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