Non ha di certo natura contingenziale il fatto che al premio giornalistico Ilaria Alpi usin chiamarsi a raccolta i cosacchi (Giulietto Chiesa, Roberto Scardova, Paolo Bolognesi, ecc...), secondo i quali sarebbe esistito solo un terrorismo di matrice fascista; la Russia sarebbe una tundrica oasi di democrazia vittima della disinformatja a stelle e a strisce; sull'Italia graverebbe un qualche spettro ideologicamente nero (logge massoniche, banche, poteri occulti esercitati da un qualche malvissuto illuminato di cui noialtri risentiremmo dell'influsso venefico) ad ottenebrarla sin dalle prime luci dell'alba repubblicana.

 Prima di sorbirmi i vaneggiamenti etereo-elegiaci del tutto privi di consistenza, nonché qua e là sforati ben oltre le frontiere della grammatica col facile pretesto della licenza poetica esibita a guisa di passaporto, di Aldo Nove, il quale li ha consacrati con un sorso d'alcolico coraggio ed una drogastica fumata di narghilè ad epitaffio commemorativo della giornalista del TG3 cui il premio è dedicato, o, in altri e più succinti termini, prima della discesa nell'ade, cari i miei fortuiti lettori stanchi dei miei ghirigori lessicali, s'è tenuta la presentazione (fortunatamente all'aria aperta per evitarne le esalazioni infernali che poi però in segno di rivalsa per averle evitate m'avrebbero travolto nella sala-congressi in occasione del nevroromanticheggiante monologo di cui ho già spese sin troppe parole) d'un libro intitolato Italicus, scritto a quattro mani da Scardova e Bolognesi ed inerente alla strage, di rivendicazione fascista, del treno Italicus: in un crescendo d'ideologiche stigmatizzazioni, l'esimio Scardova è andato dipingendo un quadro esclusivamente a tinte nere, arrivando addirittura a colpevolizzare la massoneria, propaggine tentacolare - a dir suo - di quel fascismo di cui sostiene saremmo in balìa dal secondo dopoguerra ad oggi, della strage di Bologna (quando la paternità di quell'attentato è di tutt'altra specie: http://www.tempi.it/strage-di-bologna-prove-misteri-e-mandanti-della-pista-palestineseparte-prima#.VB2gAhZmM0g). Ad ascoltarli, pare quasi non vi fosse la benché minima traccia, nella storia italiana, di tutta quell'amplissima parentesi occupata dal terrorismo rosso: nessuna parola sulle brigate rosse. La faziosità imperava sovrana.

 Venendo al dunque, se Giuliet-Soviet Chiesa è così convinto della superiorità morale della Russia rispetto all'orbe occidentale,

1) com'è che son stati orditi attentati a magnati russi distanti dalle logiche di potere ed evidentemente scomodi, come quello ai danni di Boris Berezovsky? Fu Litvinenko, l'ex tenente-colonnello del KGB avvelenato nel Regno Unito nel 2006 con una dose di polonio, a riferir d'esser stato avvicinato da un superiore dell'FSB* che gli chiese d'assassinare il magnate in questione. Già un primo attentato a Berezovsky fu messo in atto nel '94: una bomba con detonatore a distanza fece saltar in aria un'auto parcheggiata accanto alla sua, con l'esito finale dell'uccisione del suo autista. In seguito al misfatto, Litvinenko fu incaricato d'investigarvi. Nel '98 giunse, assieme ad altri quattro ufficiali dell'FSB, ad accusare, in una conferenza stampa, il capo dell'Urpo (una diramazione dei servizi interni russi), cioè il maggiore Evgenii Khokholkov, ed il capitano Aleksandr Kamishnikov d'esser i mandanti dietro ai tentativi d'assassinare Berezovsky.

*Dopo che il KGB fu messo al bando da Gorbaciov il 3 dicembre del '91 con un'apposita legge in seguito al fallito colpo di Stato perpetrato dall'allora capo dell'organizzazione in questione, Vladimir Kryuchkov, essa si frammentò in tre propaggini: l'SVR, l'intelligence estera; l'FSB, il servizio interno; il Fapsi, la divisione per la ricerca tecnologica. L'allora presidente della commissione d'inchiesta del parlamento russo gettò una luce inquietante sul KGB, defininendone l'organizzazione come estremamente pericolosa in quanto non subalterna ad alcuna legge.

2) A quale scopo il KGB sovvenzionava i partiti comunisti stranieri, come puntualizzato da Kryuchokov, il quale nel '90 comunicò al Pcus la sospensione dei finanziamenti, che, a dir suo, stavan configurandosi come un'attività troppo rischiosa?

3) Il '99 fu un anno particolarmente sanguinoso per la Russia in seguito ad una serie spaventosa d'attacchi terroristici di matrice - stando alla vulgata governativa - cecena: una bomba esplose in un condominio di Mosca in via Kashirskoe Shosse, causando la morte di 119 persone; un altro ordigno fu fatto detonare sempre a Mosca, in via Gurjanova, comportando l'uccisione di 94 persone e ferendone a centinaia; nella città di Buynaksk, una provincia del Dagestan, un'esplosione provocò la morte di 64 persone, ed in seguito a ciò l'allora governo russo si mosse sul piede di guerra invadendone i territori. Su quest'ultimo attentato terroristico avrebbero condotte le indagini Litvinenko, Anna Politkovskaya e Mikail Trepashkin, accusando i servizi segreti russi come rei d'un auto-attentato. Il 22 settembre di quell'anno la polizia russa sventò un attentato in un complesso abitativo di Ryazan, mentre Putin (a capo dell'FSB dal '98 e ministro della federazione russa nel '99) ordinava di bombardare Grozny, capitale della Cecenia. Due giorni più tardi, il governo avrebbe riferito che quello di Ryazan trattavasi d'un'esercitazione dell'FSB (attentato scoperto dalla polizia e poi repentinamente insabbiato). L'insieme di questi avvenimenti fece da trampolino di lancio alla seconda guerra russo-cecena, iniziata nel mese di settembre?

4) Fu Eltsin a lanciare Putin quale suo successore alle redini del Cremlino: candidato alle elezioni presidenziali, vinse col 53% dei consensi il 26 marzo del 2000. Qualche mese più tardi, soldati d'assalto a viso coperto ed armati di mitragliatrice misero sotto sequestro gli uffici della Ntv, canale televisivo dell'azienda Media-Most, di proprietà del magnate Gusinsky, antipatizzante di Putin: il Cremlino aveva infatti minacciato ritorsioni se avesse trasmesso, a ridosso delle elezioni, inchieste sul coinvolgimento dei servizi russi nell'attentato di Ryazan. La Ntv rimase insofferente all'ammonimento, pagandone le conseguenze. Domanda: cosa c'è di democratico in un simile modus operandi?

5) Il 2003 fu l'anno - uno dei tanti - degl'assassinii mirati. Sergei Yushenkov, membro della Duma ed amico di Berezovsky, fu ammazzato sotto casa sua a Mosca; qualche mese prima, il suo vice, Vladimir Golovlev, ebbe le stesse sorti. Il movente era piuttosto chiaro: contribuirono alla distribuzione all'estero del film dal taglio documentaristico "Assassination of Russia" sul coinvolgimento dell'FSB negl'attentati del '99. I sicari son ad oggi ignoti. Yuri Shchekochikhin, giornalista d'inchiesta della testata "Novaya Gazeta" (la stessa per la quale lavorava Anna Politkovskaya) venne improvvisamente a mancare in seguito ad un presunto sfogo allergico (guarda un po', stava investigando sugl'attentati del '99). A Mikhail Trepashkin spettò una sorte meno tragica: venne messo agli arresti per aver diffuso segreti di Stato sulla vexata quaestio suddetta. L'anno successivo, la giornalista Elena Tregubova, autrice de "I mutanti del Cremlino", subì un attentato a casa propria in seguito al quale piantò le tende all'estero: un ordigno esplose nell'atrio. Sono tutte coincidenze o forse c'è un filo conduttore che porta dritti dritti alla mafia che alligna fra alte sfere governative?

6) Nel 2005 furon assassinati a Mosca l'ex generale del KGB Anatoly Trofimov (ex superiore di Litvinenko) e la moglie. Il 7 ottobre del 2006, in occasione del compleanno di Putin, Anna Politkovskaya ricevette una sequela fatale di revolverate sotto il portone di casa sua. Il 26 novembre dello stesso anno, morì agonizzante in un letto d'ospedale Litvinenko in seguito ad un avvelenamento a base di Polonio 210 (prima di morire, accusò Putin quale mandante dell'omicidio). Questi e qualche altro centinaio di omicidi mirati, il signor Giulietto Chiesa come li spiega?

7) Antonio Russo (http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Russo), giornalista e reporter di Radio Radicale, fu assassinato nell'ottobre del 2000 in Georgia ad un tiro di schioppo da Tblisi; l'appartamento in cui alloggiava all'arrivo della polizia georgiana risultò soqquadro e trafugato. Il corpo fu ritrovato con chiari segni di tortura riconducibili alle pratiche dei servizi segreti russi. Guarda un po', stava conducendo un'inchiesta sul secondo conflitto russo-ceceno (1999-2000) collezionando fior di prove che avrebbero incriminato Putin e soci: videocassette appuranti violenze e torture delle squadracce della morte di mercenari e reparti militari russi; l'uso di armi illegali contro bambini ceceni. Ancora convinti della superiorità morale dei sovietici?

 Giusto per aver una vaga idea di quanti giornalisti vengan ammazzati nella "democratica" Russia, eccone un elenco accurato: http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_giornalisti_uccisi_in_Russia

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