Dato che m'è particolarmente congeniale calarmi nella veste del bastian contrario, ho deciso di spender qualche parola perorativa del controverso Eugenio Pacelli, meglio noto col titolo papale di Pio XII. Capisco che la vulgata maggiormente in voga lo voglia consegnare alla damnatio memoriae della storia come una sorta di aguzzino complice del regime nazista, ma ci sono aspetti su cui riflettere. Premettendo che personalmente ritengo abbia commesso un errore a tacere sui rastrellamenti degli ebrei di Roma, son del parere che chiunque additi Pacelli di collaborazionismo coi regimi nazi-fascisti, sostenga una falsità storica per le ragioni di seguito esposte.

Il 15 luglio 1942 presero il via le deportazioni dall'Olanda degli ebrei. Undici giorni più tardi, i vescovi olandesi, con una lettera pastorale, denunciarono l'accaduto, ma la risposta dei nazisti fu il rastrellamento pure degli ebrei cattolici da parte di uno dei loro molteplici bracci armati della morte: quello della gestapo. Eugenio Pacelli, così come emerse da una lettera del 30 aprile del '44 indirizzata al vescovo Von Preysing, optò per il silenzio anche per timore d'una violenta ripercussione nei riguardi dei 20 milioni di cattolici nella Germania di allora, per non parlare del fatto che si dava rifugio a molte persone nel complesso di San Giovanni in Laterano e lo Stato del Vaticano era stato adibito a luogo di rifugio per profughi, perseguitati, ecc...

Solo non prendendo una netta linea politica, secondo quel papa, si sarebbero potuti trarre in salvo gli ebrei nel massimo numero possibile; una linea tesa ad evitare mali peggiori (ad maiora mala vitanda). Chiese, conventi, abbazie, parrocchie s'adoperavano per dare riparo a profughi, renitenti, perseguitati, ecc... E non credo che fossero tutte iniziative ad indirizzo personalistico, quelle dei vari prelati, dato che Pacelli nella sua residenza papale a Castel Gandolfo aveva dato rifugio ad oltre 3mila persone ed a Roma in oltre 155 fra monasteri e conventi s'eran ospitati 5mila ebrei. A me pare evidente che ciò avveniva su tacito beneplacito del papa, essendosi, tra l'altro, proclamatosi "difensor urbis" dopo essersi precipitato in fretta e furia, senza attendere il cessato allarme, fra le macerie della basilica di San Lorenzo con sole due persone appresso: l'autista e Giovan Battista Montini. Persino eminenti esponenti dell'ebraismo d'allora spesero parole positive per Pacelli (Golda Meir lo considerò "un grande servitore della pace").

 Al di là dei vari prelati cattolici che si son distinti per la loro vivida opposizione al regime nazista, fra i quali spiccano i nomi del vescovo tedesco di Munster Von "leone" Galen, padre Pancrazio Pfeiffer, il cardinale Pietro Palazzini (definito "giusto fra le nazioni" nello Yad Vashem), se da un lato è vero che Pio XI, ovvero Damiani Ratti, in un primo momento consacrò Mussolini ad icona di uomo della provvidenza, in un secondo ebbe a ricredersi: con l'enciclica "Con viva ansia", scritta in tedesco e pubblicata nel '37 ed alla cui stesura prese pure parte Von Galen, usò parole di profonda condanna per le dottrine anticristiane del paganesimo nazista, istagatrici all'odio religioso e razziale. Le prediche di Von Galen eran evidentemente degli strali per i nazisti, dato che i vari Bormann e compagnia ragliante volevan che venisse impiccato a stretto giro (lo stesso Hitler disse che con lui avrebbe fatto i conti sin all'ultimo centesimo).

Molti fra preti, frati, monache, vescovi pagaron con la vita il fatto d'aver dato riparo agli ebrei. In seguito alle varie manifestazioni cattoliche in cui venivan esclusivamente esibiti simboli cristiani, Hitler mise al bando tutto ciò che fosse vagamente riconducibile al cristianesimo. In seguito all'occupazione di monasteri, abbazie, conventi ed all'arresto di religiosi, Von Galen nelle sue prediche serbò parole di condanna per la Gestapo e spronò i cattolici ad una resistenza passiva al regime, prendendo una posizione ancora più netta quando si trattò d'ergersi in difesa degl'invalidi fisici e mentali, destinati allo sterminio dal regime in quanto socialmente inutili: definì "dottrina orribile quella che giustifica l'assassinio di innocenti".

Consiglio, in merito a quest'argomento, la visione di Indagine su Pio XII, puntata della serie documentaristica Impero, condotta dallo scrittore ed archeologo Valerio Massimo Manfredi.

 

 

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