Qualche stoccata in punta di fioretto, tanto per iniziare...
Vedo che intonate all'unisono la stessa giaculatoria in favore dell'uscita della Grecia dall'euro-zona, come se in Europa l'avessero osteggiata secondo un qualche oscuro complotto (evidentemente, la Germania, che è esposta per una sessantina di miliardi di euro nei riguardi della Grecia, sarà felice di vederseli andar in fumo in un colpo solo!). Ora, seriamente, se il governo di larghe intese ellenico deve decider su quale albero impiccarsi, per i greci una scelta penso valga l'altra (quelli che son per restare in Europa, per caso, cosa sono? complici del complotto?). Ma avrei delle domande da rivolgere a voi euro-scettici (e qui lo spettro è piuttosto trasversale: si va dai leghisti ai comunisti, passando per i pentastellati ed i fascisti)...
1) Com'è che l'Islanda (300mila abitanti circa) ha ripagato il prestito di 2 miliardi di euro con nove mesi d'anticipo? http://www.ilpost.it/2012/11/18/tre-esempi-da-non-seguire/
2) Il Portogallo, che conta all'incirca 10 milioni e mezzo d'abitanti (un po' meno di quelli della Grecia, che sfiorano gli 11 milioni), com'è che ha ripagato i suoi debiti di 75 miliardi di euro, mentre alla Grecia se ne son dati - e non ne son bastati, evidentemente, visto che lo scorso 30 giugno avrebbe dovuto restituire una tranche da 1,6 miliardi di euro -, fra EFSF, ESM, FMI, BCE e via discorrendo, oltre 240?
3) Perché non si dice mai nulla della quindicina di punti di deficit occultato dall'allora governo conservatore greco?
4) Com'è che la Grecia conta un numero spropositato di dipendenti pubblici (850mila) in relazione alla popolazione, ed oltre 2 milioni e mezzo di pensionati, fra i quali figurano pre-pensionati con vent'anni d'"onorata" carriera lavorativa e/o con età inferiore dei 55 anni?
5) Se l'uscita dall'euro-zona la si vede come un rinsavente affrancamento dalla stretta della troika, com'è che s'è assistito ad una vertiginosa fuga di capitali all'estero (siamo nell'ordine dei miliardi d'euro)?
6) In considerazione dell'enorme evasione fiscale e delle conseguenti mancati entrate, come può Tsipras riassumere centinaia d'addetti alle pulizie di sedi governative, sostituiti dal governo precedente con l'appalto ad un'impresa di 30 persone, ed al contempo salassare le aziende private a suon d'innalzamenti di cunei fiscali e tasse varie?
7) perché spendere soldi per un referendum incostituzionale, visto che la Costituzione greca vieta che ne vengan indetti per motivi di politica fiscale?
Qualche virgolettato preso da quel comodo aggregatore di notizie che è Dagospia...
1) << La Grecia spende 28 miliardi l’anno in pensioni, il 16% del Pil >>
2) <<Nel 2009, quando è scoppiata la crisi, nel paese c’erano 130 differenti fondi pensione e 580 professioni usuranti tra cui - roba da matti, aggiungo - i presentatori tv>>
3) <<Atene, a voler guardare, ha già fatto i compiti a casa: il numero dei fondi è stato ridotto a 13. Un censimento nel 2012 ha portato alla scoperta di 90mila truffatori che ritiravano l’assegno di parenti morti da anni e di 350mila posizioni irregolari. I diktat di Ue, Bce e Fmi hanno ridotto da 14 a 12 le mensilità e le entrate medie sono oggi di 713 euro a testa al mese.>>
4) <<“La spiegazione del rapporto tra spesa e Pil è semplice — ha scritto ieri su Der Spiegel Tsipras per spiegare le sue ragioni ai tedeschi — . Noi abbiamo tagliato le pensioni, ma l’austerity ha fatto crollare il Pil del 25% in cinque anni distorcendo i dati. Da noi, per dire, si lascia il lavoro a 67 anni, due anni più tardi dei tedeschi”. Peccato non sia vero. Certo, la Troika ha imposto una legge che sposta ai 67 anni l’età in cui si può lasciare il lavoro. Nella pratica le vie di fuga restano però tante. Fofi Gennimata, neo presidente del Pasok, ex impiegata di banca con tre figli, ha ritirato il suo primo assegno previdenziale lo scorso anno a 51 anni. Oggi, diventata parlamentare, l’ha sospeso. L’età media in cui si va in pensione nel pubblico è di 56,7 anni, destinati a diventare 60 solo nel 2022, con buona pace di Tsipras. E dal 2009 le richieste di ritiro anticipato sono salite del 48%.>>
1) <<Alla fine del 2009, il debito pubblico greco collocato presso investitori esteri era pari a 68 miliardi di euro. Alla fine del 2011, quindi dopo il primo bail-out, la cifra si era ridotta a 30 miliardi. Dunque, circa il 35 per cento dei complessivi 110 miliardi del primo bail-out è stato utilizzato per ripagare i creditori esteri. E il rimanente 65 per cento? Circa 15 miliardi sono finiti nelle casse delle banche greche e i restanti 57, poco meno del 30 per cento del Pil, in quelle del governo greco.>>
2) <<Nel 2012 la Grecia beneficia di un secondo bail-out. Questa volta, il governo greco riesce a imporre un haircut sul debito pari al 52 per cento del valore nominale. Nel frattempo, l’esposizione delle banche europee nei confronti del governo greco era diminuita rispetto al 2010, ed era pari a circa 60 miliardi. Quindi, l’haircut sul debito ha comportato una perdita di 30 miliardi rispetto al valore nominale. Anche le banche greche sono state vittime del taglio del debito, perdendo 22 miliardi, subito però ripianati dal governo greco grazie a un prestito dal fondo salva-stati (Efsf).>>
Sulla mala gestio dei governi ellenici...
Il referendum - incostituzionale, dato che la Costituzione greca vieta che ne vengan indetti per motivi di politica fiscale* - è costato 45 e rotti milioni di euro, mi par d'aver letto (domanda: perché, più semplicemente, non uscire direttamente dell'euro-zona? in fondo, Syriza non ha ricevuto il mandato dal popolo anche per tornare alla dracma? lo faccia!). Tsipras e compagnia rivoluzionaria assumono migliaia di dipendenti pubblici, quando lo Stato greco ne contava già di suo 850mila (dato, quest'ultimo, preso dall'intervista all'economista socialdemocratico greco Joachim Grispolakis rilasciata all'Espresso: http://espresso.repubblica.it/internazionale/2015/07/02/news/joachim-grispolakis-con-la-dracma-faremmo-la-fame-1.219757?ref=HEF_RULLOrefresh_ce ); con 2,6 milioni di pensionati, un onere da 28 miliardi di euro, fra pre-pensionamenti ed assegni che scattano ad un'età dai 50 ai 57 anni; con rendite garantite di posizione ai liberi professionisti; con 580 posizioni usuranti, fra le quali quella del presentatore tv; con decine di migliaia di riscossioni - illegali - di assegni da parte dei parenti di pensionati morti; con trattamenti di favoritismo alla popolazione insulare con l'iva ridotta; con una spesa pubblica dell'80% per coprire gli stipendi dei dipendenti pubblici e le pensioni.
Alla luce di tutte queste anomalie, forse qualcosa che non va nella res publica greca c'è! E poi com'è che il governo greco non s'è attivato anzitempo per evitare la fuga dei capitali all'estero? Si parla d'un'emorragia stimata in 5 e passa miliardi di euro.
La tutt'altro che parsimoniosa entità degli aiuti della troika...
Citando alcuni dati che ho preso da un articolo di Isabella Bufacchi del Sole24ore, Grecia, il debitore privilegiato (scaricabile in pdf dal link in calce a questo paragrafo), i prestiti elargiti alla Grecia ammontano a 240 miliardi di euro (EFSF, FM, partners europei, ecc...), pari al 134% del pil greco.
Ma l'entità dell'aiuto, volendo andar ancora più a fondo in questa vexata quaestio, tocca i 380 miliardi di euro, perché ai precedenti 240 miliardi s'aggiungono le seguenti voci:
1) 19,8 miliardi di euro di titoli di Stato greci acquistati tramite il Securities markets program;
2) 34 miliardi di liquidità al sistema bancario greco;
3) 90 miliardi di euro in virtù del programma di credito d'emergenza ELA, concessa dalla BCE alle banche greche.
A conti fatti, s'arriva a circa 380 miliardi di euro, equivalenti ad oltre il 200% del pil greco.
Non solo: per smontare le fregnacce complottarde circa una presunta volontà da parte della troika d'assestar un feral fendente alla Grecia, scorrendo le righe dell'articolo s'apprende di come i prestiti bilaterali (quelli con scadenza a medio termine), ristrutturati a fine 2012, abbian comportato queste agevolazioni:
a) un allungamento delle scadenza di 15 anni;
b) un abbassamento dei tassi d'interesse di 100 punti base (cioè dell'1%), con un periodo di grazia sugl'interessi di 10 anni, ed attualmente la vita media del prestito con l'EFSF è di 30 anni.
Il secondo piano di salvataggio alla Grecia risulta prorogato dal mese di febbraio di quest'anno allo scorso 30 giugno (data in cui la Grecia avrebbe dovuto restituire 1,6 miliardi di euro): è stata bloccata l'ultima tranche da 1,8 miliardi di euro d'aiuti e 10,9 miliardi di ricapitalizzazione delle banche per il mancato rispetto delle scadenze.
L'EFSF ha ristrutturato pure gli aiuti al Portogallo ed all'Irlanda in due occasioni: per i due Stati - si legge - la vita media dei prestiti è passata dagl'iniziali 7,5 anni ai 20 anni circa, ricevendo prestiti rispettivamente per 26 e 17,7 miliardi di euro. Entrambi i paesi son stati ai patti, onorando i propri impegni senza disattender il Protocollo d'Intesa (Memorandum of Understanding): i loro programmi son stati chiusi rispettivamente nel maggio 2014 e nel dicembre 2013.
Download - Grecia, il debitore privilegiato
Il piano d'austerity di Tsipras a confronto con quello schiavistico dell'UE...
Posto questa tabella stilata dall'ottimo debunker LeFou (trattasi d'uno schematico riassunto di quanto riportato in questo articolo: http://www.ilpost.it/2015/06/28/richieste-europa-grecia/). Il piano d'austerity del compagno Tsipras (favorevole all'uscita dall'euro-zona, e per questo divenuto il beniamino delle estreme destre e sinistre elleniche e non) si basa su un aumento della pressione fiscale, non tanto d'un taglio alla spesa pubblica. Non m'è ben chiaro se la tassa del 12% - per un solo anno - sui profitti delle aziende con guadagni pari ad almeno 500mila euro si applichi sulla parte eccedente la suddetta franchigia... Ad ogni modo, la proposta dell'UE non è dissimile da quella greca sotto molti punti. Addirittura Tsipras vuole diminuire la spesa militare di soli 200 milioni di euro, a fronte della proposta dei creditori di decurtarla del doppio.
Qualche video virale sull'argomento...
Circola un video in cui un più che mai pimpante ed in malafede mullah Ibn al-D'Alemah se ne vien fuori, davanti ad un fior di venusta conduttrice non proprio preparata, sostenendo che i prestiti alla Grecia in realtà tornerebbero indietro ai creditori con tassi a doppia cifra. Il video in sé e per sé non è di pariticolare interesse (ed infatti non ne riporto il link), ma dato che vien elevato a prova provata della sedicente complicità dell'UE nello sfacelo di Atene, meglio controbatterne le illazioni. Al di là del fatto che, se così fosse, gli aiuti sarebbero inutili, i programmi d'emergenza son a tasso agevolato proprio per far sì che la Grecia non debba finanziarsi a tassi usurai con aziende, private e nei mercati secondari (anche senza aiuti, di creditori disponibili al rischiosissimo acquisto di titoli dal rendimento del 25 ed oltre percento ve ne sarebbero stati ben pochi). Ad esempio, dal sito della Consob si legge quanto segue: <<Marzo 2011 - Viene accolta la richiesta di una rinegoziazione del prestito concesso alla Grecia (riduzione del tasso dal 5,2% al 4,2%, allungamento della scadenza da 5 a 7 anni e mezzo) in cambio di un nuovo piano di austerità e di privatizzazioni.>> http://www.consob.it/web/investor-education/crisi-debito-sovrano
Molto interessante, invece, l'esilarante gag - degna d'esser vista dall'inizio alla fine - in cui vien posta enfasi sui debiti di guerra che la Germania ha mancato di onorare nei riguardi della Grecia. Dato che io i dati non li uso per pulirmici le terga, né li menziono per motivi di comodo per metter le pezze ad una qualche ideologia da perorare, riporto il link ad un articolo in cui vengon elencati i trattamenti di privilegio serbati alla Germania del secondo dopoguerra (fra l'altro, suona pure come uno smacco ai nazi-fascisti duri e puri, visto che, a dir loro, la Germania sarebbe stata vittima d'un salassante e sempre complottardo giogo sanzionistico nel periodo bellico dell'Europa del '900). Questo, però, non giustifica la scialacquante politica disonesta ed iper-statalistica dei governi greci, che, dal '99 ad oggi, han ridotto il proprio Stato al lastrico, fra conti truccati per entrar nell'euro-zona, assunzioni a ruota libera di dipendenti pubblici, pre-pensionamenti, mancata lotta ad un'evasione fiscale d'entità spaventosa, eccetera eccetera. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-10-14/la-merkel-ha-dimenticato-quando-l-europa-dimezzo-debiti-guerra-germania-151827.shtml?uuid=ABkKN62B
Un pensiero personale...
Sebbene questo prolisso post possa dar ad intender che io sia prevenuto nei riguardi di Syriza&Co, non posso che confidare nella speranza che il leader del partito, Alexis Tsipras, non si faccia trascinare da una propagantistica ideologia che ha la sua raison d'etre nella catalizzazione del consenso popolare in campagna elettorale: è legittimamente alle redini del governo d'uno Stato con le casse ereriale dissestate a causa dei suoi predecessori, ed è tenuto a dar prova di volerne risollevare le sorti con giri di vite alla spesa pubblica, vera chimera della Grecia. Certo, sin ad ora c'è da storcer il naso per il suo operato, ma ha ancora tempo per far ricredere l'Europa, di cui la Grecia ne è parte integrante per cultura, storia, nonché contesto geo-politico (un avamposto che separa l'occidente dalle islamiche minacce turche, fra l'altro).
Qualche ulteriore link utile per aver un quadro ancora più chiaro della crisi greca...
http://www.ilpost.it/2012/02/13/da-dove-vengono-i-guai-della-grecia/
http://www.ilpost.it/2012/11/18/tre-esempi-da-non-seguire/
http://stradeonline.it/istituzioni-ed-economia/1258-i-creditori-della-grecia-in-cifre
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