Premessa
Nonostante la mia ultima, arrancante esperienza lavorativa, rivelatasi disastrosa e conclusasi oramai da un po' senza colpo ferire, nel settore dell'energia, non posso di certo dire di non averne assimilate, di nozioni, che intendo, hic et nunc, trasporre in calcoli spiccioli in questa postilla divulgativa. L'intento è quello di tracciare una onesta panoramica generale di alcuni settori dello scenario green, ponendone l'enfasi sui dati, senza troppi fronzoli discorsivi riguardo aspetti facilmente reperibili su internet (struttura, tipologia, installazione, ecc...). Data la lunghezza del post (mi ci son volute quattro sere ed altrettante notti per stilarlo), ognuno legga solo ciò che più gli preme passando al vaglio i titoli dei paragrafi. Tengo a specificare di non esser né un esperto né un professionista, ma solo un divulgatore dilettante.
Qualche dato sui consumi d'energia nelle sue varie forme, in Italia, in Europa e nel resto del mondo
Il gas naturale in Italia...
Nell'ottima puntata di Report dedicata all'Eni ed a Gazprom s'apprende di come l'Italia consumi ogni anno dai 70 agli 80 miliardi di metri cubi di gas, 20 dei quali provenienti dalla Russia; la bolletta del gas sia del 30% più cara rispetto alla media europea; i contratti di approvigionamento a lungo termine con la Russia, i cosiddetti take or pay, risultino gravosi sul costo della bolletta; Eni abbia venduto metà del pozzo Elephant a Gazprom, permettendo a quest'ultima d'accedere al mercato libico; Scaroni, nel 2007, abbia prolungato i già pluriennali contratti take or pay senza farsi cura di patteggiarne prezzi più abbordabili con la Russia, con la conseguenza d'una levitazione dei prezzi sulle bollette.
Proseguendone la visione, ad un certo punto s'incappa in un'intervista del giornalista Paolo Mondani ad un dipendente italiano in Kazakistan, che, coperto dall'anonimato, rilasciava qualche scomoda informazione, che così riassumo:
- in Kazakistan si contano fra i più ricchi siti di petrolio e gas: Karachaganak, Bolshoi Chagan, Kashagan;
- LukOil (russa), Chevron, British Gas, Eni e l'azienda di Stato kazaka ne gestiscono i siti;
- a Karachaganak vien estratto gas sporco e trasferito ad Orenburg, in Russia; il governo russo lo paga dai 16 ai 45 dollari ogni 1000 metri cubi, lo ripulisce ad una spesa di 200 dollari per poi venderlo in Europa sino a 600 dollari;
- Prodi nel 2007 e Berlusconi nel 2009 han appoggiato il progetto del gasdotto South Stream, costruito dai colossi aziendali Gazprom ed Eni. Ed è Gazprom a stabilire i prezzi del gas.
www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-559554ac-2703-4fa1-b41d-e3a6fb6a01a0.html
...e le altre sue forme d'energia a confronto con l'UE ed il resto del mondo
Per quanto riguarda, invece, la posizione dell'Italia in Europa e nel resto del mondo, riporto tre virgolettati ed una tabella presi dall'articolo qui raggiungibile: http://www.assocarboni.it/index.php/it/il-carbone/energia-elettrica-e-carbone
<<Nel mondo, il 42% dell’energia elettrica è prodotta dal carbone, la cui produzione nel 2013 si attesta a 7,1 miliardi di tonnellate, stabile rispetto al 2012. >>
<<La torta della produzione di energia elettrica italiana è infatti unica in Europa: se la media vede generalmente una quota pari al 60-70% circa generata da un mix variabile di carbone e nucleare, in Italia la fa da padrone il gas: nel 2013 la produzione di energia elettrica proviene per il 50% da gas naturale, per l’8% da olio combustibile, per il 12% dal carbone, per il 30% da rinnovabili. >>
<<è l’unico Paese al mondo che dipende per più del 50% nella produzione elettrica dal gas, importandone l’85% dall’estero, soprattutto da Algeria e Russia.>>
La tabella qui sopra dice già tutto sull'anomalia italiana: dipendiamo troppo dal gas naturale.
Le fasce orarie e le tariffe della bolletta dell'elettricità
Fasce orarie
- F1 = dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 18:00
- F2 = dal lunedì al venerdì dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 19:00 alle 23:00 (sabato dalle 7:00 alle 23:00)
- F3 = le domeniche ed i giorni festivi e negli altri giorni dalle 23:00 alle 7:00
La fascia F1 è quella in cui il valore dell'elettricità vien massimizzato: da una parte quella prelevata ha un costo massimo; dall'altra, quella immessa con un impianto fotovoltaico vien valorizzata maggiormente rispetto alle altre due fasce. Nella fascia F3, viceversa, l'energia ha un valore minimo: si paga di meno e quella immessa vien pure remunerata di meno (http://tariffe.segugio.it/guide-e-strumenti/domande-frequenti/quanto-costa-un-kwh-di-energia-elettrica.aspx).
Tariffe (relative al mercato vincolato, non a quello libero)
- fino a 2.800 kwh = 0,20 €/kwh
- fino a 4.400 kwh = 0,25 €/kwh
- fino a 9.000 kwh = 0,30 €/kwh
- oltre i 9.000 kwh = 0,35 €/kwh
Non m'è ben chiaro se vi sia o meno un qualche criterio di progressività a regolar le tariffe in questione.
L'impianto fotovoltaico ed il meccanismo dello scambio sul posto
Come funziona lo scambio sul posto
Nell'Italia settentrionale, il rendimento annuo per kilowatt di picco (kwp) d'impianto è di circa 1.200 kilowattora (nelle zone nordiche, meridionali ed insulari, invece, i rendimenti approssimativi son rispettivamente di 1.100, 1.300 e 1.400 kwh). Partendo dal fabbisogno medio di 4 persone, stimato - prudenzialmente in eccesso - in circa 3.000 kwh all'anno, 3 kwp di fotovoltaico rendono 3.600 kwh.
L'autoconsumo istantaneo, cioè la parte d'energia prodotta di giorno ed immediatamente utilizzata dalle utenze, s'aggira intorno al 30%: (3.000 kwh) x 0,3 = 900 kwh.
L'energia immessa (EI) in rete è di conseguenza pari a 3.600 kwh - 900 kwh = 2.700 kwh.
Quella prelevata (EP), invece, la si determina sottraendo l'autoconsumo al fabbisogno: 3.000 kwh - 900 kwh = 2.100 kwh.
Ora, ai fini di determinare l'entità del contributo dello scambio sul posto (CSS), c'è da tener in considerazione il prezzo unico nazionale (PUN) e quello medio zonale orario (chiamiamolo PMZO), dal valore rispettivamente di 0,059 €/kwh e 0,06 €/kwh (i dati non li ho presi a vanvera: http://www.fotovoltaiconorditalia.it/simulatore-ssp).
L'onere energia (OE) è pari a EP x PUN = (2.100 kwh) x 0.059 €/kwh = 123,9 €.
Il controvalore dell'energia immessa (CEI) è dato da EI x PMZO = (2.700 kwh) x 0,06 €/kwh = 162 €.
Le eccedenze si determinano sottraendo OE a CEI: CEI - OE = 162 € - 123,9 € = 38,1 €.
Essendo l'energia scambiata (ES) pari al valore minimo fra EI e EP (cioè ES = min(EI, EP)), un'altra componente - la più remunerativa - atta a determinare il CSS è quella che moltiplica ES per il cosiddetto corrispettivo unitario di scambio forfettario (CUSF), che è un parziale rimborso degl'oneri che gravano sui costi dell'energia elettrica: viene calcolato dal GSE e tiene conto delle spese di trasmissione, distribuzione, dispacciamento ed alcuni oneri addebitati in bolletta, cioè le voci A, UC, UC3, UC6 (definiti oneri generali di sistema); non copre l'onere di bolletta MCT (voce relativa allo smantellamento delle centrali nucleari e agl'interventi territoriali di compensazione), né le imposte (accise, iva, ecc...). Tutti questi oneri e balzelli concorrono ad in rincaro di oltre il 50% della quota dell'energia elettrica netta. I valori del CUSF - relativi ad un paio d'anni fa - li elenco schematicamente nella sottostante tabella.
Ora si han a disposizione tutti i dati da inserire nella formula che determina l'importo del CSS...
CSS = min(OE, CEI) + CUSFxES = min(123,9 €, 162 €) + (10,156 c€/kwh) x 2.100 kwh = 123,9 € + 213,27 € = 337,17 €.
Dunque, la copertura della bolletta elettrica è data dalla somma dei contributo dello scambio sul posto e delle eccedenze: CSS + eccedenze = (337,17 €) + 38,1 € = 375,27 €.
Per uso residenziale, inoltre, c'è la detrazione al 50% spalmata in 10 anni (incentivo, questo, cumulativo e non alternativo allo scambio sul posto).
Raffronto fra spesa sostenuta con e senza fotovoltaico
Senza fotovoltaico, con un fabbisogno di 3.000 kwh, la spesa è di (3.000 kwh) x 0,25 €/kwh = 750 €. Anche assumendo che la tariffa sia di 0,20 €/kwh, giusto per stare su stime prudenziali, la bolletta non scende sotto i 600 €.
Con fotovoltaico, in questo preciso esempio, l'importo della bolletta oscilla fra i 224,73 € ed i 374,73 €, con una copertura data dal CSS fra il 60% ed il 50%. Naturalmente, c'è da prender in considerazione pure il prezzo dell'impianto per avanzare stime sui tempi di rientro (un impianto da 3 kwp a silicio monocristallino ottimizzato, comunque, si trova a meno di 8.000 €). A tal proposito, metto in download una simulazione in excel da cui è possibile apportare modifiche adattandole alle proprie necessità: il file dà una dimostrativa proiezione a 10, 20 e 30 anni.
Download - Simulazione in Excel
Un confronto fra impianto standard e munito del cosiddetto kit d'autoconsumo, cioè delle batterie d'accumulo dell'energia elettrica
Di seguito metto a confronto i prezzi con impianto rispettivamente sprovvisto e con kit. Per eseguire i vari calcoli ho preso in esame un ipotetico impianto per uso residenziale da 4 kwp al prezzo di 10.000 €. Tutti i dati si riferiscono su base annua.
Un ipotetico preventivo per un impianto convenzionale ad uso residenziale senza batterie...
Con le detrazioni al 50%, si detraggon annualmente dall'irpef 500 €, che in 10 anni fan 5.000 €.
Costo della luce per kwh = 0,25 €
Energia prodotta (zona settentrionale) = (1.200 kwh) x 4 = 4.800 kwh.
Fabbisogno ipotetico = 4.000 kwh.
Autoconsumo istantaneo = (4.000 kwh) x 0,3 = 1.200 kwh.
Energia immessa (EI) = 4.800 kwh - 1.200 kwh = 3.600 kwh.
Energia prelevata (EP) = 4.000 kwh - 1200 Kwh = 2.800 kwh.
Onere energia (OE) = (2.800 kwh) x 0.059 €/kwh = 165,20 €.
Controvalore energia immessa (CEI) = (3.600 kwh) x 0,06 €/kwh = 216 €.
Energia scambiata (ES) = min(EI, EP) = min(3.600 kwh, 2.800 kwh) = 2.800 kwh.
Corrispettivo unitario di scambio forfettario (CUFS) = 16,089 c€/kwh (vedere tabella CUFS).
Copertura del contributo scambio sul posto (CSS) = 165,2 € + (16,089 c€/kwh) x 2.800 kwh = 615,69 €.
Eccedenze = 216 € - 165,2 € = 50,80 €.
CSS + Eccedenze = 615,69 € + 50,8 € = 666,49 €.
Entità della bolletta (senza fotovoltaico) = (4.000 kwh) x 0,25 €/kwh = 1000 €.
Entità della bolletta (con) = (2.800 kwh)x0,25 €/Kwh - 666,49 € = 33,51 €.
Costo dopo 10 anni (senza ed assumendo costante il costo della luce) = (1000 €) x 10 = 10.000 €.
Costo dopo 10 anni (con) = 10.000 € + (33,51 €) x 10 - 5.000 € = 5.335,10 €.
Se ne conclude che il fotovoltaico conviene.
...e con batterie
La speranza di vita d'una batteria si misura in cicli (le migliori son quelle in litio-ferro-fosfato, quelle peggiori in piombo): ad esempio, prendendone una da 6.000 cicli con capacità netta di 4 kwh ed efficienza carica/scarica del 92%, s'arriva ad uno storage netto in tutto il ciclo di vita di (4 kwh) x (6000 cicli) x 0,92 = 22.080 kwh.
Sotto l'ipotesi d'un kit di batterie dall'improbabile economico costo di 5.000 € con durata di 10 anni, se vien acquistato con l'impianto, la detrazione è di (5.000 € + 10.000 €) x 0,5 = 7.500 € in 10 anni.
Energia prelevata = 2.800 kwh (dato preso dall'esempio precedente).
Copertura kit (70% è una percentuale realistica) = (2.800 kwh) x 0,7 = 1.960 kwh.
Entità della bolletta = (2.800 kwh - 1.960 kwh) x 0,25 €/kwh = (840 kwh) x 0,25 €/kwh = 210 €.
Costo dopo 10 anni = 15.000 € + (210 €) x 10 anni - 7.500 € = 9.600 €.
La durata in anni d'una batteria in litio dallo storage netto in tutto il ciclo di vita pari a 22.080 kwh, nell'esempio suddetto, sarà di (22.080 kwh)/(1.960 kwh) ~ 11 anni.
Da questi dati si giunge alla conclusione che il kit non conviene (il contributo dello scambio sul posto s'azzera, dato che l'energia non istantaneamente autoconsumata viene convogliata nella batteria per poterne far uso quando i pannelli fotovoltaici non producono, cioè di notte).
La bolletta del gas, qualche informazione utile
I consumi del gas per una famiglia di 4 persone son di circa 1.400 metri cubi (MC) all'anno. Il prezzo per metro cubo standard (SMC), nel mercato di tutela (o vincolato), viene stabilito dall'Autorità per l'Energia ed il Gas (AEEG) ed è suscettibile di modifiche trimestralmente: si parla di circa 0,315441 €/Smc. Nel mercato libero, invece, è il fornitore a stabilirne autonomamente il prezzo, o perlomeno ad una sua parte (e lo si capirà in seguito). L'SMC lo si ricava moltiplicando il volume dei consumi per il cosiddetto coefficiente di adeguamento altimetrico-climatico (coefficiente C), che varia in base alla zona (l'Italia, in tal senso, risulta suddivisa in 6 zone). Dunque, tanto maggiore ad 1 risulta, il coefficiente C, quanto più impatta al rialzo sulla bolletta.
La bolletta si compone di 4 parti: servizi di vendita, servizi di rete, accise regionali ed iva. Al fornitore è concesso di stabilire i propri prezzi per i soli servizi di vendita, dato che quelli di rete son stabiliti dall'AEEG, mentre sia le accise che l'iva son disciplinate dalle leggi (a conti fatti, i servizi di vendita rappresentano metà del costo finale). I servizi di rete comprendono il trasporto (connessione tra gasdotti e giacimenti e/ reti locali di distribuzione) , lo stoccaggio (immagazzinamento nei depositi sotterranei per far fronte ad un surplus di domanda nei momenti di punta e come scorta d'emergenza ) e la distribuzione (il tragitto compiuto dal gas sino alle utenze, e rappresenta circa il 17% della bolletta). Le accise e l'iva pesano rispettivamente per il 19% ed il 15% sulla bolletta (l'iva, più precisamente, è del 10% sui primi 480 m3, del 21% sul volume eccedente).
La caldaia, come calcolarne i consumi ad ora e le immissioni di CO2 con qualche formula di termologia
In virtù dello scambiatore di calore, che condensa i fumi in uscita sin ad un temperatura di 40/50°C minimizzandone la dispersione, la caldaia a condensazione, rispetto a quella tradizionale, permette una riduzione dei consumi di circa il 20%: l'acqua fredda viene infatti preriscaldata dai fumi, impiegando meno tempo a raggiungere la temperatura desiderata.
Consumi e costi
Partendo da una caldaia dalla potenza di 24 kwatt ed un uso medio di 5 ore al giorno, la rispettiva energia calorifica è di 5 x 24 kwatt = 120 kwh. L'energia calorifica del metano su metro cubo è di 8500 kcal/m3 , pari a 9,8855 kwh (è valida l'uguaglianza 1 kcal = 0,001163 kwh). Con un ipotetico rendimento di combustione del 93.4% (informazione della casa di fabbrica) e sapendo che 120 kwh = 103.181,4 kcal, per ottenere il numero di metri cubi di combustibile consumato è sufficiente il calcolo (0,934 x 103.181,4 kcal)/(8500 kcal/m3) = 11,3 m3. Dividendo per 5, dunque, s'ottiene il consumo orario 2,27 m3/h.
Supponendo una tariffa di 0,5 €/m3, in 5 ore giornaliere si spendono (11,3 m3) x (0,5 €/m3) = 5,67 € al dì. Se s'adopera la caldaia per 6 mesi all'anno, si consumano (11,3 m3/giorno) x 180 giorni = 2.034 m3 di gas.
Immissioni di CO2
La reazione di combustione del metano è data dalla formula chimica CH4 + 202 -> CO2 +2H20. Ciò significa che per bruciare una mole di metano ne occorrono 2 di ossigeno, producendo una mole di anidride carbonica e 2 d'acqua.
Una mole di CO2 pesa 44,0098 g. Convertendo il volume di 2.034 m3 in litri (1 m3 = 103 L) perché lo si possa sfruttare nell'equazione di stato del gas perfetto, il numero di moli lo si ricava approssimativamente dalla seguente formula:
P x V = n x R x T, con P = 1 atm, T = 25°C = 298,15 K, R = costante dei gas = 0,0821 (L x atm)/(mol x K).
n = (1 atm) x (2034 x 103 L)/ ((0,0821 (L x atm)/(mol x K)) x (298,15 K)) = 83.094 moli.
Moltiplicando, infine, il numero di moli per il peso unitario dell'anidride carbonica, ne si ottiene la quantità rilasciata nell'ambiente: (83.094 moli) x (44,0098 g/mol) = 3.656.978,21 g ~ 3.657 Kg all'anno.
Le detrazioni per la caldaia a condensazione
Via ai virgolettati...
<<detrazione 50%: per le spese sostenute dal 01/01/2015 al 31 dicembre 2015, per un ammontare massimo di 96.000 euro (in precedenza per questo periodo era prevista una detrazione del 40%)>>
<<detrazione 36%: per le spese sostenute a partire dal 1/1/2016 la detrazione torna nella misura ordinaria del 36% per un ammontare massimo di 48.000 euro>>
http://www.caldaie.name/detrazione-fiscale-caldaia.php
Il solare-termico, l'alternativa ad impatto ambientale limitato alla caldaia per l'acqua calda sanitaria
In questo paragrafo passo al vaglio solo gl'impianti a circolazione forzata, cioè dotati d'una pompa di circolazione che mette in movimento un fluido refrigerante ad alta capacità termica che vien riscaldato nel collettore solare e trasportato verso lo scambiatore di calore all'interno d'un accumulo tradizionale.
Un illustrativo accenno al funzionamento per fissare le idee
Nell'immagine sulla sinistra si nota un accumulo tradizionale con due serpentini al suo interno: quello inferiore è collegato ad un paio di collettori solari piani; quello superiore, che si potrebbe definire d'integrazione termica, alla caldaia. Nel sistema di tubazione accumulo-solare circola un fluido frigorigeno che passa per i collettori al fine di catturare quanto più calore possibile dall'esterno per poi trasferirlo all'acqua sanitaria all'interno dell'accumulo. Qualora non si raggiunga la temperatura desiderata, viene azionata la caldaia, che devia l'acqua tecnica (cioè quella destinata ai termosifoni), a mezzo d'una valvola a 3 vie, nel serpentino superiore. Le due sonde poste l'una nella parte inferiore dell'accumulo e l'altra sui collettori son collegata al circolatore, che garantisce il flusso del fluido a partire da una determinata temperatura da esse rilevata. In verde si nota il miscelatore termostatico, che per l'appunto miscela l'acqua sanitaria proveniente dall'accumulo con quella dell'acquedotto.
Nell'immagine di destra è ritratto un accumulo a stratificazione, che è andato soppiantando la controparte tradizione: rispetto a quest'ultima, ha la peculiarità d'aver un'efficienza maggiore in forza della sua diversa architettura: l'acqua sanitaria circola infatti all'interno d'un serpentino che percorre l'accumulo dalla base alla cima (senza ristagnamenti, dunque senza la necessità d'uno shock termico anti-legionella), mentre quella tecnica è contenuta nella restante parte passando da sotto lo scambiatore solare (il serpentito sulla base), che va collegato ai collettori e garantisce una temperatura di circa 30° C nella parte inferiore (le altre prese ravvisabili son quelle relative alla mandata ed al ritorno della caldaia, poste nella parte superiore, e, nella parte mezzana, dei termosifoni); man mano che si sale lungo l'accumulo, la temperatura dell'acqua aumenta, stratificandosi.
https://www.youtube.com/channel/UC5NAuRf-Oec11JQwGISIlGA
L'efficienza
Ai fini di capire se l'energia calorifica prodotta da un determinato impianto copra il fabbisogno richiesto, e di valutare il risparmio, è utile la consultazione della tabella del risparmio specifico netto (RSN), che riporto di seguito (in questo contesto il kwh sta ad indicare l'energia calorifica!).
Esempio di calcolo
Si supponga di voler installare 4 mq di pannelli solari piani ad uso residenziale per un'utenza monofamiliare nella provincia di Ancona in sostituzione d'un boiler a gas.
Ancona appartiene alla fascia solare 2, ed il fattore RSN ricavabile dalla prima tabella porta al valore di 953 kwh/(anno x mq), che, moltiplicato per 4, porta ad un risparmio di 3.812 kwh/anno. Suddetto valore è da intendersi come lordo, dato che tiene conto pure del calore prodotto e non necessariamente utilizzato dalle utenze. Per avere una stima ragionevole del fabbisogno d'una famiglia, si posson avanzare le seguenti assunzioni:
- nucleo familiare: 4 persone
- esigenza d'acqua calda per singolo componente: 60 litri/giorno
- aumento della temperatura dell'acqua rispetto a quella d'acquedotto (supposta attorno ai 10° C): 40° C
- numero di giorni di richiesta d'acqua calda: 330 giorni/anno
Per aumentare di 1° C la temperatura di 1 kg d'acqua distillata alla pressione di 1 atm (1 kg = 1 litro), occorre un quantitativo d'energia di 4.186 Joule. Prendendo questo valore come un'accettabile approssimazione e sapendo che 1 kwh = 3.600.000 Joule, il fabbisogno netto risulterà dalla formula:
(4.186 Joule x 40 x 60 x 4 x 330)/ 3.600.000 = 3.683,68 kwh/anno
Dunque, si ha una copertura del fabbisogno pari a 100 x (3.812 kwh/anno)/( 3.683,68 kwh/anno) ~ 103%
Le detrazioni e gl'incentivi del conto termico
In riferimendo al residenziale, rifacendomi alle dispense del gruppo aziendale COENERGIA group di Bondeno di Gonzaga, presso il quale avevo nottetempo seguito un corso d'aggiornamento, le detrazioni sono del 65% a patto che i collettori abbian certificati SOLARKEYMARK, con garanzia di 5 anni sui collettori ed iserbatoi, 2 sulle restanti componenti. Alla detrazione del 50% rientrano, ad ogni modo, tutte le tipologie d'impianti. In ambo i casi, la detrazione è spalmata in 10 anni.
Altro discorso s'ha da farsi per quanto riguarda il conto termico. Anzitutto, per potervi accedere, oltre a soddisfare le condizioni necessarie per la detrazione al 65%, l'impianto deve rispettare precisi vincoli di fabbrica relativi al rendimento termico (0,01<Tm<0,07, valore definito dalle norme UNI EN 12975-2 e UNI EN 12976-2), più precisamente:
- Rmin = 0,7 - 7,5 x Tm, nel caso dei collettori piani
- Rmin = 0,5 - 2,0 x Tm, nel caso dei collettori sottovuoto
Rmin lo si potrebbe definire come il minimo valore di resa termica
Detto ciò, l'incentivo del conto termico per il solare-termico viene erogato in 2 anni e lo si determina moltiplicando la superficie solare lorda dell'impianto per un coefficiente di valorizz azione, che cambia in base alle peculiarità dell'impianto installato.
Lo scaldabagno in pompa di calore, un'altra alternativa pulita alla caldaia per il riscaldamento dell'acqua sanitaria
Il funzionamento
Nell'evaporatore, l'aria cede il suo calore al fluido refrigerante, che si trasforma in gas; dopodiché subisce un aumento di pressione e temperatura passando nel compressore; durante la terza fase, il gas cede calore all'acqua passando attraverso una serpentina che percorre elicoidalmente lo scaldabagno in tutta la sua altezza, ed in tal modo si condensa tornando allo stato liquido; nell'ultima fase, il liquido perde pressione e si raffredda passando attraverso la valvola di espansione.
Qualche dato sul risparmio e l'emissione di CO2
Il calore ceduto all'acqua è dovuto per un 25% all'energia elettrica (perché comunque c'è una resistenza elettrica d'integrazione termica); per il restante 75% all'aria esterna. Rispetto al boiler elettrico, le emissioni di CO2 son inferiori del 70%.
https://www.youtube.com/watch?v=UO5wuXGxosE
Le detrazioni e gl'incentivi del conto termico
Son previste detrazioni al 65% in 10 anni solo se lo scaldabagno ha COP* > 2,6 e se va a sostituire un esistente generatore di calore o boiler elettrico. Qualora il generatore assolva alla duplice funzione di riscaldamento dell'ambiente e dell'acqua sanitaria, il suddetto deve dedicarsi al solo riscaldamento dell'ambiento. Male che vada, comunque, son previste le detrazioni al 50%.
Un'altra tipologia d'incentivo - alternativo alla detrazione - è quello del conto termico, a cui è possibile accedere rispettando gli stessi identici vincoli previsti per la detrazione al 65%. Funziona così: l'incentivo è pari al 40% della spesa sostenuta per l'acquisto, con un massimale di 400 € se la capacità è inferiore o uguale a 150 litri; di 700 €, invece, se è maggiore; fino a 600 €, l'erogazione avviene in un solo anno, mentre negl'altri casi in 2 anni.
* Il coefficiente di prestazione in regime invernale (COP) è un indicatore adimensionale dato dal rapporto fra l'energia termica resa e quella assorbita, e determina l'efficienza della pompa di calore in riscaldamento (quello in regime estivo, invece, vien indicato con l'acronimo EER, e sta ad indicare il rapporto fra l'energia frigorifera resa e quella assorbita)
Altre tecnologie ad emissioni ridotte per l'acs: il solare-termodinamico
Il solare-termodinamico coniuga le funzionalità del solare-termico con quelle della pompa di calore. Quindi è un impianto ibrido. Il seguente video rende bene l'idea di cosa sia...
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