PASSATO PROSSIMO
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Dato che m'è particolarmente congeniale calarmi nella veste del bastian contrario, ho deciso di spender qualche parola perorativa del controverso Eugenio Pacelli, meglio noto col titolo papale di Pio XII. Capisco che la vulgata maggiormente in voga lo voglia consegnare alla damnatio memoriae della storia come una sorta di aguzzino complice del regime nazista, ma ci sono aspetti su cui riflettere. Premettendo che personalmente ritengo abbia commesso un errore a tacere sui rastrellamenti degli ebrei di Roma, son del parere che chiunque additi Pacelli di collaborazionismo coi regimi nazi-fascisti, sostenga una falsità storica per le ragioni di seguito esposte.
Leggi tutto: Ad maiora mala vitanda, il tacito modus operandi di Eugenio Pacelli, alias papa Pio XII
Write comment (0 Comments)I terroristi dinamitardi rossi Thomas Kram e Christa-Margot Fröhlich a Bologna, il 2 agosto del 1980
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Premessa
Col ricorrere dell'anniversario della strage alla Stazione Centrale di Bologna, è bene che si spendan due parole scomode sui reali dei ex machina dietro a questo crimine. Fermo restando che Fioravanti e Mambro son stati due feroci criminali d'estrema destra, rivelatisi degl'indefessi sicari del movimento terroristico d'ispirazione fascista N.A.R., a cui si deve la paternità di 33 omicidi, la strage di Bologna reca un'impronta di tutt'altra ideologia. L'ex giudice Rosario Priore, che in passato s'è occupato dei processi più celebri della storia giudiziaria nostrana (la strage di Ustica, l'attentato a Karol Wojtyla, l'assassinio di Moro), rilancia la pista araba, ripercorrendone le tappe nei loro passi salienti. Di seguito i retroscena sottaciuti, o comunque passati in modo defilato, di questi tragici eventi che han provato profondamente l'Italia agli albori degli anni '80. Prossimamente, m'acquisterò un libro in merito a questa strage: DOSSIER. STRAGE DI BOLOGNA. LA PISTA SEGRETA, di Gabriele Paradisi, Gian Paolo Pelizzaro, Francois de Quengo de Tonquédec (Giraldi Editore, Bologna).
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Premessa
Le nefandezze perpetrate dai regimi russi su suolo georgiano e ceceno son ampiamente documentate e testimoniate da giornalisti freddati a suon di torture e/o revolverate, come Anna Politoskaia, assassinata PROPRIO NEL GIORNO IN CUI IL BUON VLADIMIRO COMPIVA GLI ANNI; oppure come il giornalista italiano Antonio Russo, trovato morto con chiari segni di torture che rimandavano al modus operandi proprio dei servizzi segreti russi (in un vibrante manifesto di denuncia in forma di dossier, Giorgio Fornoni ha riportato per filo e per segno la testimonianza della Politoskaia; ciò dovrebbe strappar grida di condanna, invece d'indurre a far della riprovevole apologia, che allignava serpeggiante nei simpatizzanti di SB, trovandovi evidentemente un terreno sin troppo fertile in forza della sua amicizia con lo zar Putin I). Ora, poniamo in enfasi i passi salienti del conflitto russo-georgiano che vedevan, sette anni fa, l'allora presidente della Georgia, Mikheil Sakhashvili, sul piede di guerra contro Putin, giacché è questo l'argomento principe su cui c'è disinformazione.
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Come segnalatovi a più riprese, questo blog nasce anche come aggregatore di notizie, stralci di libri et similia, oltreché esser una trasposizione del mio profilo di facebook, con tutti gl'annessi e connessi.
Per la serie chi più legge, più pensa di divenir intelligente, riporto uno stralcio tratto da L'archivio Mitrokhin - Le attività segrete del KGB in occidente, scritto dallo storico Christopher Andrew in collaborazione con l'ex-archivista dell'FCD (primo direttorato centrale del KGB, la sezione dedicata alle informazioni estere), Vasilij Mitrokhin, scappato con la propria famiglia da Madre Russia con decine di migliaia di documenti segreti, zelantemente ricopiati nell'arco di anni e anni d'attività burocratica e nascosti in una dacia di campagna. La lettura di questo monolite di 700 e passa pagine scorre, riga dopo riga, assai gradevolmente (al momento son giunto al termine del primo capitolo, ed il piglio narrativo rievoca lo stile del romanzo poliziesco). I nazi-comunisti, quelli che fan dell'ortodossia ideologistica il proprio pane quotidiano da anteporre alla verità laddove questa risulti scomoda, seguitino a darsi al becero negazionismo! Non posson far altrimenti.
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Con buona pace dei negazionisti...
Priebke bugiardo ed impenitente sino alla fine, da coerente e diligente bravaccio delle SS, la divisione del corpo di polizia personale di Hitler in cui s'era arruolato sua sponte. Solo quelle vili carogne negazioniste da cappio al collo dei lefebvriani potevano celebrarne le esequie. Pazienza avesse dato un minimo cenno di pentimento, d'un moto d'un qualche recondito scrupolo di coscienza! Nulla, anzi... Fra un sorso d'infamia ed un boccone di meschinità, ha rivoltato la frittata a suo porco uso e consumo. Ma, per la carità di patria, non insozzerò del putridume delle sue dichiarazioni questo spazio.
Leggi tutto: Vili menzogne d'un criminale impenitente: Erik Priebke
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