EPOCHE SCORSE

                                     

Nell'immaginario collettivo d'un medieval comun vulgo prende a sedimentar uno stereotipo ritraenete l'ebreo come essere diabolico: a lui le accuse d'esser artefice d'omicidi rituali, di profanazione delle ostie, d'avvelenamento dei pozzi. Additati come dei malevoli e misantropi untori, vengon considerati responsabili dell'epidemia di peste nera della metà del XIV° secolo. 

 

I Protocolli dei Savi di Sion (nella figura qui a lato ne è riportata la copertina d'una moderna edizione che si rifà a quella del 1905 di Sergey Nilus, mistico ortodosso e marito d'una dama di corte della zarina Aleksandra Fedorovna Romanova, moglie dello zar Nicola II) si presenta come una sorta di resoconto d'un'assemblea in cui si delineano progetti di conquista del mondo secondo un complottistico disegno ebraico: Costantinopoli corrisponderebbe all'ultima tappa del serpente, prima che esso raggiunga Gerusalemme: "rimane da percorrere - arringa uno dei savi - ancora una breve distanza, e poi il ciclo del serpente simbolico sarà completo".

Ecco, in pillole, quale ritratto emerge di questo manoscritto...

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Sebbene quest'oggi si festeggi la nascita della repubblica sulle ceneri della seconda guerra mondiale, decisa con referendum istituzionale nel '46 con votazione a suffragio universale, vorrei squarciar quel velo di disinformazione spicciola adagiatasi sull'Italia risorgimentale. Col ricorrer della festa della repubblica della nostra italica madreterra, furoreggian, sempre più impetuose, fior di rivisitazioni storico-revisionistiche, che trovan terren ferace soprattutto nei secessionisti, tese a gettar discredito sull'impresa dei Mille e, più generalmente, sul risorgimento; concorrendo, in tal maniera, a plasmare il nascente mito che ritrae Garibaldi come un criminale. Con questa postilla mi prefiggo di scardinarne i mendaci assunti. Fra l'altro, a dire dei detrattori dei governi della seconda metà del diciannovesimo secolo, l'Italia sarebbe stata amministrata da uno stuolo di politici criminali, briganti et similia. La realtà dei fatti, con loro buona pace, è un'altra.

Il sogno d'un'Italia non più soggetta ad alcuna dominazione straniera, instillava in tanti il fervore d'unirsi sotto ad una stessa bandiera.

 La ben nota impresa di Garibaldi, la cui eco andò riverberandosi in ogni dove, pose i rudimenti di quella che oggi conosciamo come Italia, affrancando il Regno delle Due Sicilie dal giogo dispotico della monarchia borbonica e consentendo a Cavour di tirar le fila d'una responsabile linea diplomatica e politica pure al sud. Quel che affliggeva maggiormente l'odierno mezzogiorno d'Italia, era il sistema latifondistico, che perpetuava i poderi nelle mani d'una ristretta cerchia di persone: lo stato d'endemica arretratezza e di feroce sfruttamento della manodopera, ne era la diretta conseguenza. Malversazioni dopo malversazioni, venne sedimentando nell'animo degli oppressi un sentimento di rivalsa, che trovò pieno sostegno nelle gesta di quella prode legione operativa assurta agli onori della cronaca sotto il nome di Mille.

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